La cacciatrice di anime, il fascino del male by Darynda Jones

La cacciatrice di anime, il fascino del male by Darynda Jones

autore:Darynda Jones
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2012-10-02T04:00:00+00:00


11

si può osservare molto, semplicemente guardando

Yogi Berra

«Non ti sei mai presa la briga di cercarlo su Google?»

«Be’, nemmeno tu» disse Cookie quando le chiesi di Reyes. Eravamo in auto e stavamo tornando a Santa Fe. «Mi sono limitata a scorrere i database ufficiali per trovare il verbale del suo arresto e informazioni sulla sua detenzione. E sono andata sul sito del News Journal per gli articoli sul processo.»

«E non ti sei mai presa la briga di cercarlo su Google?»

«Nemmeno tu l’hai fatto» ripeté, stremata. Stava scrivendo sul portatile.

«Fan club!» dissi, più che leggermente sconvolta. «Ha dei fan club. E riceve montagne d’email.»

Un’acuta fitta di gelosia mi squarciò il petto, lacerandolo. In senso metaforico. Centinaia, forse migliaia di donne, su Reyes Alexander Farrow sapevano più di me.

«Perché qualcuno dovrebbe creare un fan club per un detenuto?» domandò Cookie.

Avevo chiesto a Neil esattamente la stessa cosa. «A quanto pare, ci sono donne che sono ossessionate dai detenuti. Esaminano articoli di giornale e atti giudiziari finché non trovano carcerati attraenti, poi la missione della loro vita diventa dimostrare che quel detenuto è innocente – come tutti si professano – oppure limitarsi ad ammirarlo da lontano. Neil ha detto che per alcune donne è quasi una gara.»

«È semplicemente sbagliato.»

«Sono d’accordo, ma pensaci: questi uomini non hanno molta scelta. Forse le donne lo fanno perché sanno che quasi sicuramente saranno accettate dal detenuto. Cioè, chi rigetta una donna che gli manda lettere d’amore o va a trovarlo in prigione? Cos’hanno da perdere queste donne?»

Cookie lanciò un’occhiata preoccupata nella mia direzione. «Mi sembra che tu la stia prendendo straordinariamente bene.»

«Non proprio» dissi, scuotendo la testa. «Credo di essere sotto shock. Cioè, porca puttana, raccontano certe storie.»

Anche Cookie sembrava sotto shock. Mentre guidavo verso la casa di una certa Elaine Oake, lei navigava su un sito con il portatile. Aveva gli occhi sbarrati e leggermente a forma di cuore. «Ci sono anche le foto.»

«E raccontano certe storie. Aspetta, cosa? Ci sono le foto?» decisi, per la sicurezza dei trasporti, di accostare. Misi le quattro frecce, poi guardai lo schermo di Cookie. Porca di una grandissima puttana. C’erano le foto.

Un’ora dopo eravamo alla porta della donna a cui avrei potuto riferirmi solo come una cacciatrice molesta. Cioè, ma davvero? Pagare gli agenti e altri detenuti per avere informazioni su Reyes? Per derubarlo? Non che io non avessi fatto lo stesso, ma avevo un buon motivo.

Una donna alta e magra aprì la porta. Aveva i capelli biondi tagliati corti e sistemati in modo da apparire disordinati, ma dubitavo che anche solo un capello non si trovasse dove voleva lei.

«Salve, signorina Oake?»

«Sì» rispose, con solo una lievissima punta di fastidio nella voce.

«Siamo qui per chiederle di Reyes Farrow.»

«C’è un orario.» Indicò un cartello che aveva sulla porta. «Potete tornare più tardi?»

Tirai fuori la mia licenza d’investigatrice privata dalla tasca posteriore. «In realtà stiamo lavorando a un caso. Avremmo davvero bisogno di parlarle adesso, se ha un minuto.»

«Oh. Be’... d’accordo.» Ci condusse dentro la sua umile dimora, se una casa multimilionaria con qualcosa come un fantastilione di stanze poteva essere considerata umile.



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